La condivisione di conoscenze, esperienze e relazioni come risorsa preziosa per la crescita di ogni azienda.

mercoledì 5 dicembre 2012

COME CREARE UNA RETE PROFESSIONALE EFFICIENTE: I SEI CONSIGLI DI LINKED-IN

Per le immagini dettagliate cliccare qui

Gli italiani e il networking professionale: secondo una ricerca commissionata da LinkedIn a Ipsos, il 62% degli intervistati punta a incrementare la propria rete di contatti, e si dedica a questa attività diretta almeno una volta a settimana. Il 57% preferisce invece farlo online.

"Antropologia del networking" si chiama così lo studio svolto da Ipsos, che ha interpellato oltre 200 Italiani, ottenendo i seguenti risultati:



  Il 75% degli intervistati utilizza almeno una volta al giorno un social network
  •  I social network vengono utilizzati per stabilire relazioni rilevanti (36%), mentre il networking offline punta principalmente a mantenerle (60% degli intervistati)
  •  Il 64% degli italiani usano i social network per essere "raccomandati" con referenze dai colleghi attuali o da ex colleghi
  • Al Nord come al Centro, i social network sono utilizzati per cercare nuove opportunità di lavoro, al Sud invece, dove la percentuale degli iscritti ai social network è più alta, gli italiani riescono a crearsi una solida rete di relazioni personali e professionali in maniera più semplice


Ed ecco i consigli di LinkedIn per costruire una rete di contatti di lavoro 

1.La prima impressione è spesso determinante e vi presenta agli altri. Quindi ogni foto, compresa quella del profilo di LinkedIn, dovrebbe essere professionale.

2.Cercate di entrare in contatto con i vostri colleghi e superiori. È una parte fondamentale del processo di apprendimento e crescita, dovreste cercare di trascorrere con loro quanto più tempo possibile: prendetevi dunque tutto il tempo necessario per coltivare i rapporti al meglio. 

3.Entrate in contatto con nuove persone su LinkedIn, stabilite subito una relazione e fate in modo che si ricordino di voi, interagendo regolarmente e condividendo contenuti interessanti. 


4.Mai smettere di imparare: la conoscenza del settore di appartenenza è fondamentale. Leggete dunque libri e riviste in grado di arricchire il vostro bagaglio di nozioni e informazioni. Cercate i gruppi più rilevanti su LinkedIn e personalizzate i feed di notizie per essere sempre aggiornati sulle notizie più rilevanti per il vostro campo professionale.

5. Fate uno sforzo per essere sempre aggiornati sugli eventi principali e legati al vostro lavoro. Accettate gli inviti, se interessanti, e ampliate connessioni e orizzonti. Se avete poco tempo per fare networking diretto e allacciare contatti personali con chi fa il vostro stesso lavoro, anche a livello globale, utilizzate LinkedIn per allargare il vostro giro.

6. Date con generosità e chiedete consigli: aiutare gli altri è un'abitudine fondamentale per costruire al meglio il vostro marchio personale. Scrivete referenze per i vostri contatti e chiedete che ne scrivano anche loro su di voi.


FONTE: Il sole 24 ore

lunedì 12 novembre 2012

UN'EMAIL RACCONTA PRIMA DI TUTTO CHI SEI


La Comunicazione continua ad essere il punto focale nella creazione dell’immagine aziendale e della relazione con il cliente. Con questo post vogliamo darvi risposte pratiche su come migliorare la vostra comunicazione via mail.

Un'e-mail non è una semplice trasmissione di dati ed informazioni, ogni singola parola, persino il suo ritmo e l'ordine in cui si sussegue nel discorso, ci rappresenta, parla di noi, costruisce la nostra immagine e reputazione agli occhi di chi la riceve. E, di riflesso, l'immagine e la reputazione dell'azienda che noi in quel momento rappresentiamo.




Siamo soddisfatti della nostra comunicazione elettronica?
Se la risposta dovesse essere no....eccovi alcuni suggerimenti e spunti di riflessione per migliorare la vostra "scrittura online":





·         Il Mittente deve essere:
- Preciso e Specifico (es. non "servizio clienti" ma "servizio clienti Personal Planner")
- Immediato da decodificare, privo di sigle indecifrabili (es. non WPN ma Windy Partner Network)
- Chiaro circa il nome dell'azienda/ente, che va sempre preferito rispetto al nome del singolo, a meno che questi non sia già conosciuto.

·         L'Oggetto:
- Come spiega Luisa Carrada  nel suo libro e blog "IlMestiere di Scrivere":

Mittente + Oggetto = Credibilità

Essi vanno pertanto concepiti insieme e devono aiutarci a focalizzare il messaggio nell'immediato.
Evitate di essere laconici, ma non superate le 70 battute ed evitate tutto quello che può essere percepito come Spam (es. parole scritte tutte in maiuscolo, punti esclamativi etc...)

·         Il Testo:
- Va concepito come una pirmaide rovesciata: Il messaggio più importante va concentrato nell'oggetto e nelle prime righe. Le informazioni vanno ben scaglionate, gli approfondimenti vanno lasciati agli allegati.

Ricordatevi che l'e-mail si legge di corsa!

-
Organizzate i contenuti in modo da creare una Mappa Visiva.

Ad esempio:

- Paragrafi brevi
- Spazio bianco tra un paragrafo e l'altro
- Elenchi puntati o numerati

- Evitate sfondi colorati o disegni di varia natura per la corrispondenza professionale

·         La Conclusione:
- Firmarsi sempre! La nostra firma ci rappresenta e racconta. Evitate però i dott. gli ing. etc... Si danno preferibilmente agli altri non a se stessi. Un pò di sana modestia!
 - Revisionare sempre il testo prima di inviarlo! Un messaggio con refusi ed errori parla di trascuratezza e poca serietà!



Ricordatevi che il 93% dell'impatto comunicativo è non-verbale ( 55% linguaggio del corpo e 38% paraverbale) e che i contenuti incidono solo per un 7%.

Nell'e-mail possiamo supplire alla mancanza di fisicità solo con le PAROLE. Poniamo quindi il massimo dell'attenzione nel dare loro una certa intonazione, nel mitigarle e farle sorridere.

venerdì 12 ottobre 2012

OPS HO PERSO L'UFFICIO



Sempre più spesso in Italia, e in misura ancora maggiore nel mondo, aziende e professionisti scelgono di rinunciare all’ufficio come sede fisica per tagliare spese fisse e concentrarsi sul proprio business. Si preferisce la videoconferenza, la condivisione documentale in cloud e qualsiasi strumento facilmente accessibile via internet da casa, dal bar o dall’ufficio del cliente.
L’azienda on the road, così la definisce Gaia Fiertler, giornalista di IL MONDO mentre intervista Dario Morandotti di Kalypso, società di consulenza internazionale totalmente virtualizzata. Un’azienda distribuita sul territorio, priva addirittura di un quartier generale, che unisce al modello innovativo della dematerializzazione quello di una cultura aziendale incentrata su risultato e flessibilità.

Questo non significa perdere il contatto e la relazione umana come spiega ad esempio Federico Ciocca, raccontando di eventi periodici organizzati per stare tutti insieme. Eventi atti a favorire  quella collaborazione che, soprattutto nel caso di aziende a struttura flessibile, diventa concetto di primaria importanza.

Certamente questa tipologia di struttura ha i suoi PRO e i suoi CONTRO, è infatti innegabile che sedersi attorno ad un tavolo ed aprire un confronto resta ancora strategico: le idee corrono più veloci, il confronto è più diretto e ha tempi più rapidi. 

D’altro canto avere un’azienda delocalizzata significa tagliare drasticamente i costi fissi e avere più budget da investire in sviluppo, significa poter sfruttare tutte le 24 ore della giornata, passando la gestione dei progetti tra i diversi professionisti residenti in paesi con fusi orari differenti.
Ma come si diventa professionisti de localizzati? In realtà è molto semplice, basta fissare la sede a casa propria oppure dal commercialista e prendere confidenza con strumenti di condivisione facilmente accessibili via internet e nella maggiorparte dei casi gratuiti.

Eccone alcuni:


permette di archiviare e  condividere singoli documenti o intere cartelle, anche con destinatari diversi e gruppi di persone. E’ gratuita nella versione base (fino a 2GB)



Una piattaforma collaborativa anch’essa gratuita nella sua versione base che permette la gestione condivisa di interi progetti di lavoro
 
 

Applicativo che permette di creare e salvare documenti di testo, fogli di calcolo, presentazioni e moduli HTML direttamente sul server di Google  consentendone la condivisione con altri utenti e con diversi livelli di privilegio (sola lettura, accesso in scrittura ad alcune parti o a tutto il documento).
  

Il servizio di video chiamata di Skype, gratuito tra utenti skype o a costi accessibili su numerazioni dirette.


   

 
E nel caso in cui fosse necessario il supporto organizzativo di un collaboratore? La soluzione più economica e flessibile è la Segretaria Virtuale. Un servizio che permette di contenere i costi e ottimizzare il lavoro senza rinunciare al servizio verso il cliente finale.


martedì 4 settembre 2012

MANDAMI UN TWEET, DIVENTA MIO AMICO, FAMMI COMPRARE!



E’ questo il titolo che Barbara Giamanco e Kent Gregory di Social Centered Selling hanno scelto per il loro articolo dedicato al tema “vendite e social media” pubblicato sul numero di luglio della Harvard Business Review. Un articolo particolarmente interessante soprattutto per le piccole realtà imprenditoriali come le nostre, che possono, attraverso un uso intelligente degli account sociali gratuiti, aumentare a bassissimo costo (economico) il proprio fatturato.

 
In effetti tutto parte dalla considerazione della vendita come la più sociale delle attività di business e quindi la più adatta a passare per il canale Social Media.  Ben più complicato risulta però capire come il canale identificato debba essere gestito affinché produca risultati concreti.

Il potenziale maggiore, secondo lo studio di Barbara e Kent, risiede nelle seguenti fasi:

 
  •          l’iniziale ricerca di Prospect (i contatti potenziali)
  •          la qualifica dei Lead ottenuti (i clienti potenziaili)
  •          la possibilità di presentarsi più rapidamente di fronte ai clienti giusti
  •          la riduzione dello sforzo necessario alla chiusura delle vendite
  •          il mantenimento della relazione dopo la conclusione della vendita
Ma quali sono i comportamenti sociali corretti da mettere in atto e gli errori da evitare? Ecco un piccolo breviario molto utile che dettaglia le cose da fare:
  •          Personalizzare sempre i propri messaggi
  •          Partecipare spesso alle conversazioni
  •          Ascoltare
  •          Fornire valore in termini di relazione e contenuti
 E quelle da non fare:
  •          Inviare materiale commerciale
  •          Mostrare impazienza
  •          Fingersi ciò che no si è


Oggi il passaggio da una messaggistica commerciale “push” a una messaggistica commerciale “pull” è ormai ampiamente documentato. Stando ad una ricerca di Business.com il 55% dei compratori si rivolgono ai social media quando hanno bisogno di informazioni, questo significa che, mentre state leggendo questo articolo, i vostri clienti potenziali stanno leggendo blog, guardando video su youtube, chattando su twitter e partecipando a discussioni online sui prodotti e servizi che hanno in progetto di acquistare, compresi i vostri.

Se vi state chiedendo perché dovreste usare i social media, la risposta è:  

perché i vostri clienti stanno là!

Il rischio maggiore è infatti lasciare il social selling alla concorrenza e mettere la vostra azienda in una condizione di svantaggio competitivo da cui sarà poi molto difficile e costoso uscire.

Cecilia Felici
Personal Planner
Amelya

venerdì 20 aprile 2012

SOCIAL NETWORK & AZIENDE: NELL’ERA DEI SOCIAL MEDIA SAI COME RENDERE RICONOSCIBILE IL TUO BRAND?


Ad oggi sono ancora poche le aziende che hanno compreso la potenza dei social network per promuovere e far conoscere la propria Brand Identity. Circostanza che noi di Personal Planner conosciamo bene e con la quale ci confrontiamo professionalmente ogni giorno. Avviare mirate azioni di social media marketing, vuol dire avviare un dialogo con i propri utenti, creare una community, farsi conoscere ed essere presenti sul Web, perché ad oggi l’informazione, la comunicazione ed il mercato corrono in Rete e non esserci può essere pregiudicante. 
A tal proposito, una recente indagine dello IULM (Libera Università di Lingue e Comunicazione) ci ha offerto una soddisfacente panoramica dello status social delle aziende. Condotta su 720 realtà di piccole, medie e grandi dimensioni l’indagine ha rilevato che solo il 32,5 % delle imprese made in Italy utilizza qualche strumento partecipativo nelle attività di comunicazione, percentuale che sale al 57,9% nel caso di grandi realtà e scende al 10% tra le piccole. A quanto è emerso addirittura l’83 % delle aziende non ha aggiunto sul proprio sito ufficiale alcun banale link di condivisione con i Social Network, ma  ecco in sintesi  lo stato attuale in Italia.
 Facebook si conferma il canale più popolare, scelto dal 71,1% delle aziende che hanno attivato almeno un social media, ma in grande crescita risultano anche l’uso di Twitter (39,8%), Linkedin (35,7%) e YouTube (32,0%) utilizzati dalle aziende già presenti sul colosso di Mark Zuckerberg
Per quelle aziende che attivano profili su a medio termine si pone però la questione della così detta social media ability, vale a dire la capacità delle aziende di gestire e mantenere attivo un costante dialogo con i propri utenti. Vuoi per motivi di tempo o per scarsa dimestichezza, fatto sta che ad oggi curare e veicolare la propria immagine ed i servizi o prodotti offerti risulta per molti ancora problematico.

Su questo argomento, strategico per un’efficace comunicazione aziendale, il prof. Guido Di Fraia, Direttore Scientifico del Master, ci rivela che “alcune aziende italiane, anche di piccole e medie dimensioni, utilizzano sempre più spesso i social media nelle loro attività di comunicazione e marketing, a testimonianza di un sempre maggiore riconoscimento dell’importanza strategica di tali canali. Ma purtroppo i risultati ottenuti testimoniano anche come essi siano ancora molto spesso gestiti in maniera un po’ improvvisata e poco consapevole delle logiche comunicative e dei linguaggi propri di ciascuno di tali canali.” 



Del resto è comprensibile: i liberi professionisti, i freelance, le imprese  oggi si rendono conto dell’importanza strategica  del fare social communication, ma semplicemente non ne hanno tempo poiché impegnati nel loro core business. Curare i contenuti, selezionare le immagini più significative, avviare relazioni online con il proprio network, veicolare i servizi/prodotti  della propria azienda sono solo alcuni degli aspetti legati alla comunicazione cui bisognerebbe dedicare almeno il 30% della propria giornata lavorativa.
Ebbene, a questo punto non vi resta che analizzare lo status “social” della vostra azienda, valutare quali profili social attivare e in quale circuito di social media inserirvi. Iniziate col promuovere voi stessi per promuovere il vostro Brand oppure, affidatevi a specialisti del settore che sanno come veicolare nel modo più opportuno la vostra immagine. 

Qui, potete scaricare il documento integrale dello studio

Chiara Cirillo
Responsabile Comunicazione